CISTITE
Andrea DesiderioCondividi
Cause, sintomi e strategie per prevenirla e curarla
La cistite è un’infiammazione della vescica piuttosto comune, soprattutto tra le donne, e può variare da episodi acuti occasionali a recidive croniche anche importanti.
Le cause sono diverse, non solo da infezioni batteriche, ma anche da altre situazioni che possono riguardare il pavimento pelvico, rapporti sessuali e disbiosi urogenitali.
Cause principali della cistite
La cistite può avere diverse origini, tra cui:
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Infezioni batteriche: ci sono diversi patogeni che possono scatenare una cistite, il più comune è l’escherichia coli, ma anche proteus mirabilis, klebsiella pneumoniae e anche enterococchi. Sono tutti microrganismi che provengono dall’intestino a seguito di una disbiosi intestinale, che comporta infiammazione e danneggiamento della barriera dell’intestino, quindi maggior permeabilità. In questo modo, questi patogeni possono uscire dall’intestino e infettare altre zone del corpo, come la vescica e la zona intima.
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Irritazione chimica: prodotti come saponi aggressivi, spermicidi o profumi intimi possono irritare l’area e aumentare il rischio di cistite.
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Sesso e igiene intima: i rapporti sessuali possono incidere in quanto, specialmente se molto frequenti, causano un danno meccanico alla zona intima, che sfocia poi in un’infiammazione. Anche pratiche igieniche inadeguate possono favorire la comparsa di infezioni urinarie.
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Ciclo mestruale: durante questo periodo nelle donne, avviene già di per sé un’infiammazione della zona vaginale, che può comportare la comparsa anche di cistite.
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Alterazioni ormonali: in menopausa, il calo di estrogeni può rendere più vulnerabile il tratto urinario alle infezioni, in quanto il microbiota urogenitale subisce un calo drastico di lattobacilli, essenziali alla protezione della zona da altri patogeni e anche a regolare il giusto pH intimo.
- Pavimento pelvico disfunzionale: una delle cause principali delle cistiti abatteriche, oltre ad igiene e rapporti sessuali. Ci sono 3 condizioni di disfunzione del pavimento pelvico:
1. Ipertonia del pavimento pelvico: muscoli troppo contratti o in spasmo possono ostacolare il completo svuotamento della vescica (stasi urinaria) creando un ambiente favorevole ai patogeni, irritare i nervi pelvici (come il pudendo) o anche dolore durante la minzione;
2. Ipotonia o lassità muscolare: può favorire il prolasso vescicale (cistocele) e aumentare il rischio di incontinenza urinaria, favorendo la proliferazione batterica;
3. Disfunzioni neuromuscolari: se c’è una coordinazione alterata tra muscolatura pelvica e vescica, può portare a un’alterazione del ciclo minzionale, che è terreno fertile per infezioni o infiammazioni croniche.
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Fattori anatomici o medici: condizioni come diabete, cateteri urinari, calcoli o anomalie anatomiche possono aumentare il rischio di cistite.
Sintomi comuni della cistite
I segni della cistite variano in base alla gravità dell’infezione, ma i sintomi tipici includono:
- Bruciore o dolore durante la minzione
- Frequente bisogno di urinare, anche senza svuotare completamente la vescica
- Dolore o pressione nell’area pelvica
- Urine torbide, di colore scuro o con un odore pungente
- In alcuni casi, presenza di sangue nelle urine (ematuria)
- Sensazione generale di malessere o febbre lieve (nelle infezioni più gravi)
Come viene diagnosticata la cistite?
La prima cosa è sempre ascoltarsi: sentire il proprio corpo come sta e in che momenti e contesti della giornata. Eventualmente si può sempre richiedere un’analisi delle urine con coltura per identificare eventuali patogeni, o anche eseguire esami aggiuntivi come ecografie, cistoscopie o esami del sangue per escludere condizioni sottostanti.
Trattamenti per la cistite
Spesso si ricorre all’antibiotico, ma la verità è che questo rimanda solo il problema, peggiorandolo. Tutti gli antibiotici causano un danno al microbiota intestinale, peggiorando o generando una disbiosi, e siccome i patogeni della cistite vengono da lì, è facile proliferino nuovamente e re-infettino la vescica, con anche maggiore resistenza all’antibiotico usato.
La cosa migliore è usare sostanze naturali senza effetti collaterali e che funzionano realmente:
- D-Mannosio: è fondamentale venga da betulla e dev’essere specificato sull’integratore perché, se non espressamente scritto, significa viene dal mais, pieno di glifosati e nichel che possono peggiorare la situazione anche intestinale.
Il D-Mannosio è in grado di legare i batteri patogeni impedendo loro di infettare e infiammare i tessuti epiteliali, per poi essere eliminati nelle urine.
È inoltre importante che il dosaggio sia almeno 3g durante una fase acuta per avere successo nella terapia; dosaggi bassi come 0,5g o 1-2g non sono così performanti.
- Cranberry ricco in PAC-A: ci sono tantissimi tipi di cranberry sul mercato, ma quello da controllare è la quantità di proantocianidine di tipo A che contengono (PAC-A); è importante siano almeno 72mg e non totali, esclusivamente di tipo A.
Questa molecola ha un’azione antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica sulla vescica e zona intima, necessaria per una cura efficace contro la cistite. Inoltre alcune sostanze del mirtillo rosso vengono metabolizzate dal microbiota intestinale in peptidi bioattivi che ne migliorano la composizione e l’equilibrio.
- Ceppi probiotici specifici: un supporto probiotico è essenziale oltre alle altre sostanze, sia per riequilibrare intestino e zona urogenitale, sia per contrastare i patogeni e l’infiammazione dei tessuti.
Il ceppo più utile per le cistiti è il Lactobacillus Paracasei, che contrasta naturalmente tutti i patogeni principali della cistite (specialmente e.coli) e riduce i processi infiammatori (IL-6, IL1-B, TnF-a). Un altro ceppo a supporto è il Lactobacillus Acidophilus, anch’esso contrasta i patogeni, compresa la candida.
A ulteriore supporto, soprattutto in situazioni di disbiosi intestinale conclamata, è il Bifidobacterium Longum. Questi 3 ceppi insieme sono sinergici e specifici per ogni tipo di cistite e anche a supporto del microbiota intestinale per contrastare le disbiosi.
Il trattamento con queste sostanze deve durare almeno 7 giorni nei casi acuti e 28 giorni in chi ha recidive croniche, con mantenimento mensile per prevenzione.
Conclusione
La cistite è un disturbo comune ma gestibile con le giuste strategie. Intervenire tempestivamente ai primi sintomi, seguire una corretta igiene e adottare uno stile di vita sano può prevenire le recidive e mantenere il benessere delle vie urinarie. Bisogna sempre preferire rimedi naturali ai giusti dosaggi in quanto funzionano meglio degli antibiotici sia per assenza di effetti collaterali, sia per prevenzione delle recidive.
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