
INFIAMMAZIONE INTESTINALE
Andrea DesiderioCondividi
Cause, sintomi e strategie per il benessere del microbiota
L’infiammazione intestinale è un disturbo sempre più comune che colpisce uomini e donne di qualsiasi età, e lo si può riconoscere da diversi sintomi gastrointestinali, a partire dal gonfiore e difficoltà a digerire gli alimenti, dalle alterazioni dell’alvo (stitichezza e/o diarrea), dai dolori addominali caratterizzati da fitte anche molto pungenti, e perfino dal reflusso e iperacidità gastrica.
La causa ha sempre a che fare con una disbiosi, cioè un’alterazione del microbiota intestinale, un ecosistema complesso di batteri, funghi, virus, protozoi e archei che vive in un equilibrio dinamico tra loro e le nostre cellule del corpo.
La disbiosi si può presentare a causa di diversi fattori, spesso più di uno assieme
Cause principali della disbiosi e dell’infiammazione intestinale
Molti fattori possono scatenare disbiosi e quindi un’infiammazione intestinale:
- Dieta squilibrata ricca di cibi raffinati: siamo ciò che mangiamo, letteralmente. Gli alimenti che ingeriamo non nutrono solo noi stessi, ma vengono metabolizzati anche dai nostri microbi intestinali, per cui se la dieta è sbilanciata (ad esempio troppi zuccheri, additivi e cibi raffinati e industriali) anche il microbiota si sbilancerà, generando infiammazione.
- Stile di vita scorretto: avere dei giusti ritmi di riposo e attività fisica è fondamentale per affrontare al meglio lo stress giornaliero. Se il sonno non è ristoratore e sufficiente o si è sedentari, questo influenzerà anche il microbiota, che sarà meno stimolato a produrre sostanze benefiche antinfiammatorie, con conseguente aumento dei patogeni che invece provocano infiammazione. Anche l’overtraining (esagerare con l’esercizio fisico) comporta un danno al nostro intestino, a causa dello stress ossidativo prodotto.
- Uso di farmaci: il microbiota intestinale è molto sensibile a tutti i tipi di farmaci, che lo danneggiano, specialmente gli antibiotici e gli inibitori di pompa protonica, che sono tra i maggiori a generare disbiosi anche molto serie, con grande infiammazione intestinale. E’ bene quindi assumerli solo se strettamente necessario e mai alla leggera.
- Stress cronico: è stato dimostrato che lo stress cronico può generare disbiosi gravi con un’alta infiammazione del tratto intestinale. I segnali stressogeni provenienti dal cervello attivano vie nervose e sistema immunitario che rispondono producendo sostanze infiammatorie e un eccesso di cortisolo. Tutto questo si riversa nell’intestino e comporta un danno alla barriera intestinale, disbiosi e ulteriore aumento dell’infiammazione.
Sintomi generali
I sintomi di un’infiammazione intestinale possono variare da lievi a severi, e includono:
- Dolore e crampi addominali
- Gonfiore, aria e senso di pesantezza
- Alterazioni dell’alvo come diarrea, stitichezza o entrambe.
- Sensazione di stanchezza e malessere generale
- Reflusso e difficoltà digestive
- Infezioni batteriche o virali, sia intestinali che extraintestinali
- Problemi di malassorbimento di micronutrienti essenziali
- Peggioramento di stati di malattia già presenti
Possono verificarsi anche più sintomi contemporaneamente, per questo è bene agire subito senza aspettare che sia troppo tardi.
Come ridurre l’infiammazione intestinale
La buona notizia è che adottando abitudini mirate e probiotici, è possibile alleviare i sintomi e migliorare il benessere intestinale:
- Seguire un’alimentazione strutturata: una dieta ad hoc è una terapia vera e propria, e dev’essere fatta da professionisti della nutrizione certificati.
- Migliorare lo stile di vita: ascoltare il proprio corpo è fondamentale. E’ bene riposarsi il dovuto e fare esercizio fisico almeno moderato, questo aiuta a regolare la motilità intestinale, abbassare lo stress, stimolare il microbiota a tornare in eubiosi (equilibrio) ed è un modo anche per rispettare il proprio corpo.
- Gestire lo stress: saper affrontare lo stress è tecniche come yoga, meditazione e respirazione profonda aiutano a ridurre il cortisolo, proteggendo la mucosa intestinale.
- Evitare farmaci inutili: spesso i farmaci non servono, nemmeno quelli ad uso cronico se vengono rispettati i punti precedenti
- Assumere probiotici specifici: i probiotici sono fondamentali per il benessere intestinale e del microbiota, ma non sono tutti uguali e devono essere scelti accuratamente, altrimenti il rischio è che non facciano effetto o addirittura peggiorano i sintomi. Ad esempio per una tendenza a feci molli o diarrea, o anche in caso di alternanza di stitichezza e diarrea con infiammazione alta, il probiotico Colon-D della marca EubioticAll è perfetto, mentre per una stitichezza anche ostinata e cronica è preferibile Stip-X probiotico.
Conclusione
L’infiammazione intestinale può essere affrontata attraverso cambiamenti alimentari e di stile di vita consapevole. Prestando attenzione ai segnali del corpo e adottando strategie mirate, è possibile ridurre l’infiammazione e migliorare il benessere generale. Evitare farmaci dannosi e assumere probiotici è necessario per una rapida ripresa e anche per prevenire peggioramenti o un ritorno dei sintomi e della disbiosi.